Mi chiamo Giancarlo Catino e credo nell’amicizia. Una storia di ordinario bullismo.

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Un abbraccio per sconfiggere il bullo. Così finisce lo struggente monologo di Paola Cortellesi sul bullismo. Racconta la storia di Giancarlo Catino, vittima del bullismo durante il suo percorso scolastico.

Una storia come ce ne sono tante. Un bambino come tanti. Un bambino costretto a vedere ogni giorno la sconfitta della propria felicità. Un bambino che, davanti ad una finestra, si chiede come sarebbe volare via e sparire per sempre. Qualcuno, come ci raccontano le vicende di cronaca, non si è fermato alla domanda, ma ha cercato anche la risposta, volando via… per sempre.

La verità di Giancarlo Catino, raccontata con emozione da Paola Cortellesi sulla canzone Guerriero di Marco Mengoni, è che vorrebbe essere diverso, ma diverso dovrebbe essere soltanto il mondo che lo circonda. Il bullismo è una piaga che, purtroppo, tocca sia il mondo reale che il mondo virtuale dei nostri ragazzi. Uno studente su due è vittima di bullismo. Un dato spaventoso in crescente aumento.

Giancarlo Catino si vergogna a raccontare alla mamma delle violenze che subisce. Anche per paura della reazione che potrebbe avere la mamma. Infatti, spesso, i genitori mettono a ferro e fuoco la scuola del proprio figlio vittima di bullismo, portando più danni che benefici. E’ anche vero che le scuole italiane non offrono validi supporti alle famiglie per gestire al meglio i casi di bullismo in famiglia (sia passivo che attivo).

L’educazione è la migliore arma contro il bullismo.

Sono Giancarlo Catino e credo nell’amicizia. Inizia e finisce così il monologo sul bullismo di Paola Cortellesi.

Non smettiamo di credere nell’amicizia e insegniamola ai nostri figli!